di Letizia Rigotto
AORIA
Non si conoscono le origini di Aoria. Chi la visita, può solo coglierne l’insolita bizzarria e andarsene come se ne è venuto.
È costruita su una pianura, eppure la si vede solo quando ci si è entrati. Chi si trovasse a passare nei suoi stretti vicoli, sul proprio cavallo o sulla propria bicicletta, comincerebbe a scorgere un tavolo da pranzo ad un incrocio, un passaggio bloccato da un divano, una cucina in mezzo ad una piazzetta. Letti matrimoniali nei vicoli, docce sotto gli archi, televisioni in mezzo alle strade contornate da poltrone. Ma anche tavoli da biliardo lunghi 10 metri, interi prati pieni di giochi per bambini, foto di famiglie e coppie incorniciate e appese per le strade. Guardando i suoi abitanti, ci si accorgerebbe che in una piazza un uomo sta leggendo tranquillamente il giornale seduto ad un bar mentre una donna in vestaglia dorme profondamente in un letto a mezzo metro di distanza; ragazze in accappatoio che corrono con i capelli bagnati facendosi strada fra degli anziani che guardano la ruota della fortuna in TV, coppie che litigano per le coperte e vanno a dormire in due vie diverse.
Non si conoscono le origini di Aoria, tuttavia ogni passante si diverte a raccontare la propria leggenda sotto gli sguardi attenti dei più vecchi, che forse la vera storia se la ricordavano una volta, tanto tempo fa, prima che si mischiasse con tutte le altre.
C’è chi dice che Aoria sia stata fondata da un’unica famiglia che, ingrandendosi e non volendo vivere separatamente, aveva semplicemente cominciato ad arredare le vie piuttosto che gli interni delle case, e che quindi ora tutti gli abitanti di Aoria provengano da un unico ramo.
C’è invece chi dice che Aoria era una città normalissima una volta, ma che un giorno una grande siccità avesse fatto seccare tutte le foglie di palma con cui si ricoprivano i tetti, e che quindi gli abitanti si fossero risoluti a vivere all’esterno, come se nulla fosse.
Tuttavia c’è anche chi sostiene che in realtà gli abitanti di Aoria siano tutti ciechi e che vaghino per le strade a memoria, contando i passi, e che quindi poco gli cambia lo stare dentro o fuori.
Eppure, per quanto ogni leggenda possa avere le sue ragioni, sono piuttosto coloro che capitano per caso ad Aoria che sembrano voler darle per forza un senso. I suoi abitanti, semplicemente, la accettano così com’è sempre stata, senza porsi domande, e quando, girando per le strade, si accorgono di un divano che non avevano mai visto, o di un uomo che russa pesantemente in un letto, non si chiedono come sia finito lì, ma pregustano la fine della giornata per potervisi distendere e guardare un film.