APRILE
Aveva forse ragione Eliot,
ancora un poco ubriaco,
a rivelarci sincero che Aprile
è, di tutti, il mese più crudele?
Saremo pronti, quando verrà,
a sorprenderci? Come lillà
a rinascere da terra morta,
a riprenderci la città chiusa,
a invader nuovamente gomitoli
di strade vuote dal brulichio
di vita svuotate, silenti e nude.
Quale insolito rumore farà,
dopo la noia, la frenesia?
Quale sarà il peso del veloce
incedere del tempo, lancette
senza scrupoli nel giro d’orologio:
niente sconti per chi resta indietro,
niente sconti per chi resta fermo.
O forse, chissà, non saremo più così
disposti e ciechi nel barattar minuti,
bricioli di vita assaporata lenta,
per un soldo in più, per vincere
la corsa disperata a chi prima arriva.
Confonderemo memoria e desiderio
nei mai così bramati abbracci in cui,
nuovamente, ci perderemo ritrovandoci,
come seconde vite del cappotto grigio
acquistato al mercato dell’usato.
Sapremo noi essere quella rinascita,
avvolgendo e avvolti da vecchienuove
braccia, cappotti grigi gli uni degli altri
anche quando i cappotti saranno ormai
superflui?
La scacceremo sì, la paralisi della paura
che ci ha fatto pietre dure ancora ignare
del timore che svelerà in noi la primavera,
ci lasceremo invadere, passata la febbre,
dal brivido scuotente di vita nuova:
ciliegi in fiore, cattureremo il sole
in un sorriso, noi di sorrisi affamati.
Solo incessante un po’ mi chiedo:
avremo mai da questo imparato?
Sara Biagioni nasce a Lucca nel 1992. Vive attualmente a Pisa dove sta completando gli studi in Medicina e Chirurgia. È cresciuta in un paesino della Garfagnana, ai piedi di un monte dalla cui cima si vede il mare. Di quell'infanzia si porta dentro tante cose, tra le quali l'amore per la natura e l'urgenza di scrivere.