di Fabrizio Tagliaferri
ANITA
anita accende la luce
al civico 82 della provinciale
ha una casa piccola
piena di cose
candele lustrini cimeli
entro in casa
in silenzio
quando la chiamo
non mi guarda
apre gli occhi
senza fare domande
risponde sottovoce
ai rami spogli
vive in penombra
in questa piccola casa
dando le spalle al mondo
guardando i piedi
e baciando i pappagalli
la sua palle è bianca
leggera
profuma di silenzio
e di cielo in tempesta
al civico 82 della provinciale
sanno poco di lei
ma tutti la conoscono
anita esce poco
sempre velocemente
come a tentare
di essere invisibile
se entri al civico 82 della provinciale
è perché hai bisogno di conforto
di leggerezza
e parole ben dosate
anita questo lo sa
e ti parla con il suo soffio
un sospiro di vita
ha poco da dare a questo mondo
ma te lo dona tutto
completamente
da quella sua casa
al civico 82 della provinciale
non può scomparire
non ne è capace
ma ti fa volare
tra le rifrazioni della luce
le sue mani stanche
ti toccano e ti segnano
in un piccolo scambio di calore
tra le mura
del civico 82 della provinciale
PERSI (PER SEMPRE)
dopo il buio
mi guardi
il respiro
ed inizio
a vivere
ho un riflesso di te
dentro il portafogli
dopo la notte
escono i miei demoni
li accarezzi
silenziosa
li culli
verso il sonno più lieve
nell’oscurità
ti muovi come un delfino
dopo colazione
sei uscita di casa
hai comperato
un piccolo pezzo di carne
per la cena
e quando sei tornata
i lampioni erano spenti
io tremavo
nei buchi neri
del televisore al plasma
la carne
marcia
ha attirato le mosche
sarebbe bastato
un pezzo di terra
verdura sempre fresca
meno inquinamento
desideri verdi
e il sorriso
stampato negli occhi
questa notte
dentro l’oceano taciturno
dei tuoi dubbi
mi hai portato un ramo d’ulivo
per la nostra rinascita
lo abbiamo accarezzato
e seppellito
le foglie marciranno
concime
per noi
persi per sempre
SIAMO GLI ABBRACCI
siamo gli abbracci
sotto i temporali
quegli infiniti secondi
di occhi incrociati
il sole lo abbiamo salutato
e ci vestiamo di nuvole
nell’oceano abbiamo lasciato i pensieri
delicatamente
con reverenza
ti adagio sugli scogli
dove dormi sui miei sogni
abbiamo i denti uguali
del destino
delle città
abbiamo il nome
comune delle cose
salgo i tuoi respiri
a due a due
per inghiottire più ossigeno
atto necessario
per moltiplicare il pane
sulla tua pelle
ho scritto i miei pensieri
siamo gli abbracci
sotto il sole di agosto
matrimoni appiccicosi
di miele goloso
e lingua densa
abbiamo l’amore della tempesta
il prurito dell’erba appena tagliata
tutte le cose belle
le conserviamo nelle vene
avidi di noi
di pochi passi sui sassi
e della nebbia umida
che bagna gli occhi
che difende la natura
da sguardi indiscreti
e dita affusolate
siamo gli abbracci
dentro le coperte
in mezzo alle giravolte
ho gli occhi sulle tue ossa
e siamo un insieme di equilibri
che il trapezista conosce
procediamo dritti
sotto gli abbracci
delle rondini
quelle che non fanno primavera
quelle che ti svegliano
col sole del mattino
con un piede dimenticato fuori dal letto
e i rimasugli di noi
sul pavimento
Sono Fabrizio Tagliaferri e tendo a definirmi poeta. Ho pubblicato due raccolte poetiche: “L’uomo col cuore in soffitta” (2014) e “Cilindro, papillon e benzina (2015), entrambe edite da Edizioni Terra marique. Ho un gruppo musicale (Poesie in musica) e un progetto di spoken word (Readingset): in entrambi vengono utilizzati i miei testi.