di Letizia Rigotto
Perché in quasi tutti i supermercati le colonnine antifurto non funzionano? È perché il supermercato ci perde di più a far installare veri sistemi di sicurezza piuttosto che essere derubato. O almeno, questo è quello che sostiene Andrea. Chini intorno al tavolino basso del suo soggiorno, Andrea ci spiega che in realtà non è tanto l’installazione del sistema a essere costosa, quanto la sua continua manutenzione, e che quindi tanto vale farsi rapinare. Quelle vicine alle casse sono in realtà sagome di cartone o di plastica spessa vuote, senza un solo filo elettrico al loro interno. Quella sera passiamo al supermercato e lui, per dimostrare che aveva detto la verità, si infila un’intera tavoletta di cioccolato Lindt sotto la cintura, per poi uscire tranquillamente in mezzo alle colonnine silenziose.
Andrea fa il cassiere al supermercato da quando tutti ne abbiamo memoria. Per sei giorni la settimana, lo puoi trovare con la sua maglietta rossa a bippare sovracosce di pollo e cipolle plastificate. Mentre tutti ce ne siamo andati, chi a studiare di qua, chi a lavorare di là, Andrea è rimasto a distribuire buste e a sistemare i prodotti nei ripiani di una stanza senza finestre.
Andrea ha quindici giorni di vacanza all’anno, e li passa tutti a casa a dormire e a fumare canne. Non fa nulla, se non lavorare al supermercato, ma del supermercato sa tutto.
La cosa dell’antifurto, appunto, l’ha scoperta perché un giorno, mentre stava ripulendo la cassa dopo la chiusura, per sbaglio è inciampato ed è andato a sbattere contro una delle colonnine. Questa si è ribaltata e ha rivelato il suo interno vuoto, legato al pavimento solo da un semplice filo di ferro.
«È la vergogna il vero antifurto» ci rivela enigmaticamente una sera al bar, con addosso ancora i pantaloni blu elettrico della divisa. «Le persone sanno che le colonnine sono finte, ma hanno paura di trovare l’unica vera. Da qualche parte dovranno pur esserci». Quando parla, Andrea sembra parlare a se stesso, perché non ti guarda mai direttamente negli occhi. «Le persone hanno paura di essere beccate e di dover spiegare il perché hanno pagato 3.99€ di prosciutto crudo ma non 0.48€ per un limone finito in tasca non pesato. Temono di essere trattati come pezzenti davanti a tutti quegli sconosciuti per nemmeno un euro, così non ci provano nemmeno».
Il supermercato dove lavora Andrea si trova all’interno del centro commerciale Olnidsquare, vicino all’entrata della tangenziale. Per arrivarci, dopo aver superato le porte automatiche, devi prendere le scale mobili sulla sinistra e passare davanti a un bar, una gioielleria, una libreria tutta rossa e tre giostre per bambini. Il supermercato si apre senza porte sulla destra, mostrando tutte le sue ventuno corsie che si allungano dietro agli scivoli metallici delle casse e alle colonnine vuote. Per tutta la giornata persone diverse o sempre le stesse entrano ed escono, si fiondano nei reparti fra le lattine metalliche dei legumi e dei sughi pronti e fra le cassette strabordanti di frutta e verdura.
«Non è un caso» ci spiega preciso Andrea dopo una lunga sorsata di birra «che la frutta e la verdura si trovino sempre all’inizio del supermercato». Ad Andrea piace prima sparare la sentenza e poi spiegarla, dice che crea più suspance. «Le persone si sentono più attirate a entrare quando da fuori vedono il verde degli spinaci sfusi, il rosso e il giallo dei peperoni incastrati come mattoncini Lego®, i gambi dei funghi champignon ancora incrostati di terra. Forse si ricordano di quando andavano al mercato con loro nonna, di quando tutto era più genuino e non c’erano così tante allergie alimentari in giro, che ne so. Fatto sta, che il poter mettere quello che vuoi per quanto vuoi, il poter spendere 0.89€ come 2.34€ in cetrioli ti dà l’illusione della scelta, ti fa credere che sei tu che stabilisci il prezzo. Uno studio ha dimostrato che in questo modo, in realtà, le persone spendono in media il 25% in più sui prodotti ortofrutticoli». Quando Andrea cita uno studio nessuno approfondisce mai: toglierebbe il bello della storia, e lui non si preoccupa di rivelare le sue fonti.
Il supermercato dove lavora Andrea è aperto dal lunedì al sabato dalle 7.00 alle 21.00 e la domenica dalle 7.30 alle 20.30. La mattina ci vanno solo i vecchi e gli studenti in hangover, subito dopo pranzo gli operai in pausa e dalle 19.30 più o meno tutti.
«I vecchi sono gli acquirenti migliori» ci spiega Andrea da dietro una sigaretta nella sua mezz’ora di pausa pranzo. «Comprano quello di cui hanno bisogno senza guardare troppo al prezzo, e spesso non hanno la forza per camminare e cercare le vere offerte, i prodotti più economici sparsi volutamente negli angoli più lontani del supermercato. Ecco perché vicino alla pasta ci sono solo alcuni sughi, quelli delle marche più costose, quelli a base di ragù di cinghiale, legati con un nastrino verde e prodotti da Agricoltore di Fiducia; ecco perché nello stesso frigo trovi il latte Candid, lo yogurt Vita Sana, la pancetta a cubetti YourBBQ e la bresaola Capital già tagliata e messa sottovuoto. Il vecchio è felice perché sembra fatto su misura per lui, il supermercato è felice perché guadagna in media il 37% in più. C’è uno studio che ne parla».
Il supermercato dove lavora Andrea lo paga mensilmente 1348,78€ lordi, 1095,33€ netti, per un totale di 48 ore settimanali. Riesce a mantenersi perché vive ancora con sua madre e non deve pagare né affitto né bollette. Sospetta però che, quando la madre si ammalerà perché fuma troppo e aumenteranno le spese mediche, dovrà trovarsi anche un altro lavoro, magari sempre all’Olnidsquare. Andrea fuma più della madre, ma non ha mai pensato che potrebbe essere lui ad ammalarsi.
«La gente pensa che quando ruba al supermercato nessuno se ne accorge» ci dice ridacchiando mentre piega un cartoncino per farci un filtro «E invece si vede subito». Secondo uno studio, Andrea ha rubato così tanta roba dal supermercato da aver speso circa il 33% in meno del cliente medio.
«I più evidenti sono gli studenti che vengono con lo zaino o la borsa di tela. Rubano frutta, verdura, Nutella e salsa di soia. I più organizzati sono quelli che si portano dietro un finto scontrino per dimostrare che le cose che stanno rubando le hanno in realtà già comprate, e ce le hanno in tasca da quattro giorni. Questi di solito rubano nel reparto surgelati».
Andrea sostiene fermamente che se di un prodotto non ne riesci a vedere l’interno, allora è giusto che quel prodotto venga rubato.
«Una volta ho comprato un avocado» continua poi incollando due cartine corte con una leccata «Sono arrivato a casa e, dopo averlo aperto, mi sono accorto che dentro era grigio e marcio. Il supermercato mi ha fottuto due volte: una facendomi pagare un avocado 2.49€, l’altra vendendomi un avocado immangiabile. Da quel giorno se mi veniva voglia di avocado, lo rubavo».
Andrea è particolarmente fiero delle sue imprese di furto, e ogni volta ci elenca le più sensazionali, deducendone regole e principi generali. Lo chiama “Il mio personale Manuale di economia domestica”. Gli piace soprattutto ricordare quella volta che ha rubato un’intera anguria, semplicemente lasciandola nel fondo buio del carrello di sua nonna e guardando la cassiera con un gran sorriso. Ci abbiamo ficcato due bottiglie di vodka liscia e ci siamo ubriacati mangiandocela tutta. Avevamo sedici anni.
«Cose che si possono rubare: frutta, verdura, lattine di metallo, barattoli di vetro, dolci» Andrea quando fa un elenco conta gli oggetti sulla mano sinistra, partendo dall’indice e finendo al pollice. «Cose che non si possono rubare: pasta, pane, carne, pesce, latte, birra, vino. Gli affettati sono un argomento a parte».
Il supermercato dove lavora Andrea è illuminato da diciassette lampade al neon modello ML003. Al suo interno non è né caldo né freddo, né giorno né notte.
«Lo sapete perché quando tornate a casa le fettine di vitello vi sembrano sempre più pallide di com’erano quando le avete prese dal reparto carne?» chiede retoricamente Andrea togliendosi il cappellino giallo della divisa «È perché nei frighi sono installate delle luci fredde che fanno sembrare la carne più rossa di quello che è».
«E lo sapete invece perché nei reparti gastronomia le luci sono sempre calde?» continua poi. Dal reparto gastronomia Andrea dice che è impossibile rubare qualsiasi cosa, ma la questione è ancora aperta e richiede studi più approfonditi. «È perché la luce calda fa sembrare il pane più dorato e come appena uscito dal forno anche dopo molte ore». Quando Andrea svela queste cose ci si sente divisi tra assurdo complottismo ed evidenza disarmante.
Il supermercato dove lavora Andrea ha una panetteria in stile nordico che sforna pane tutto il giorno. Nelle vetrine della Minimal & Essential si ammassano cornetti, brioches, muffin, trecce alle mandorle, ciambelle, grigliotti, baguette, pagnotte, focacce, pizze e pizzette, sfogliatine e sfogliatelle che sono talmente belle da sembrare di cera e che quando smettono di essere perfette vengono sostituite da altri prodotti da forno ugualmente perfetti.
«Quando voi entrate in un supermercato, non trovate mai come prima cosa la panetteria» ci comunica Andrea. «Tutti comprano il pane, quindi è importante che un cliente, mentre è alla ricerca del pane, passi davanti a tutte quelle cose che non voleva comprare. Se ha fame è ancora meglio. Uno studio dimostra che le persone che vanno a fare la spesa da affamate spendono il 67% in più di quello che spenderebbero a stomaco pieno». Andrea abbassa la saracinesca del supermercato e fa tre giri di chiave. Sono le 21.56. «Se non hai fame, te la fanno venire: o cucinando veramente, oppure riproducendo il profumo del pane appena sfornato attraverso delle prese d’aria sparse per tutte le corsie. È per questo che al supermercato si sente sempre odore di pane, anche quando sei vicino al banco del pesce».
A parlare con Andrea, a volte, ti viene da chiederti se queste storie sono vere o se le inventa tra una bippata e l’altra.
«Lavoro lì dentro da quasi dieci anni. Ho avuto il mio primo aumento cinque anni fa e avrò il prossimo fra tre. Ho fatto il conto che tra vent’anni guadagnerò circa 1976,52€ al mese». Andrea è sempre stato molto preciso coi numeri, dice che sono l’unica cosa su cui non si può mentire.
Il supermercato dove lavora Andrea alterna pavimenti in linoleum a volte bianchi a volte in finto parquet. A ogni ora del giorno per le corsie si possono incontrare due o tre dipendenti che passano i lavasciuga lasciando dietro di loro una striscia umida sul pavimento.
«L’obiettivo non è quello di pulire attentamente i pavimenti» ci spiega Andrea battendosi le mani sulle tasche alla ricerca di un accendino «ma quello di rendere i pavimenti scivolosi». Solitamente le rivelazioni più interessanti e assurde di Andrea arrivano sempre fra le 2 e le 3 del mattino. «Se i pavimenti sono scivolosi, le persone devono fare più attenzione e camminare più lentamente per non cadere. In questo modo i clienti rimangono più tempo all’interno del supermercato e passano più tempo a guardare i prodotti esposti». Una volta una nostra amica ci ha raccontato che era inciampata in una corsia rompendosi un dito e aveva fatto causa al supermercato. Non aveva vinto perché nella corsia affianco era esposto uno di quei cartelli gialli con sopra scritto Attenzione, pavimento scivoloso, e quindi, per le regole del negozio, lei in teoria era stata avvertita.
«La stessa cosa vale per i carrelli» continua Andrea tirando una boccata che gli blocca la gola e lo fa tossire. «La maggior parte dei carrelli ha sempre una ruota che va per i fatti suoi». Andrea una volta aveva provato a rubare un carrello, ma uno studio dimostra che se rubi un carrello hai il 100% di possibilità di essere beccato. «Quelle ruote non si rompono da sole, ma una persona allenta appositamente una delle viti delle ruote. Col carrello rotto, il cliente ci metterà più tempo a percorrere le corsie e starà più a lungo nel negozio. È per questo che ogni dipendente ha in tasca un cacciavite».
Nel supermercato dove lavora Andrea, a quanto pare, ogni cosa è studiata per far sì che i clienti spendano più soldi comprando cose di cui non hanno bisogno, ma che hanno un bellissimo packaging. Noi non sappiamo bene cosa pensare, ma è difficile non fidarsi di Andrea: Andrea lavora al supermercato, e del supermercato, senza dubbio, sa tutto.
Letizia Rigotto ha studiato le Lettere a Venezia e a Roma. Da anni parla, scrive, produce cose varie e dalla dubbia utilità. Quando le mancano Catone e Romeo, guarda video di gattini.